Mezzogiorno e Mediterraneo

La Regione Campania, le Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” e “Federico II” hanno rivolto la loro attenzione ai Paesi rivieraschi del Mediterraneo, puntando sul settore del patrimonio culturale, per facilitare la conoscenza della storia comune e conseguentemente il dialogo e la reciproca comprensione. In queste direzioni si è mosso il Progetto MEZZOGIORNO & MEDITERRANEO (ex finanziamento MURST, PRIN 2003). Un’idea di un ricerca profondamente interdisciplinare, organizzata da un gruppo di ricercatori che, pur lavorando in Atenei e dipartimenti diversi della rete universitaria della Campania, da anni collabora a progetti comuni. Questo volume rappresenta il risultato editoriale del Convegno Internazionale conclusivo dell’esperienza di ricerca.

 

Grazie al Prof. Arch. Rosario Paone, rappresentante nel gruppo di ricerca della Università di Napoli Federico II, il mio intervento si è svolto negli anni 2004-2005 con la finalizzazione di un articolo a firma unica “Il castello ducale di Bisaccia” (pp. 135-142) con testo, foto e disegni inediti. A parte le ricerche bibliografiche per l’elaborazione del testo, lo studio più impegnativo è costituito nel rilievo e nella restituzione grafica di un prospetto della torre del castello. dopo i primi sopralluoghi e le prime fotografie di insieme sulla base di rilievi esistenti, si è provveduto ad effettuare un rilievo dimensionale finalizzato ad una restituzione grafica particolareggiata della reale tessitura muraria del prospetto più significativo. Le fotografie al prospetto della torre sono state le basi per i successivamente raddrizzamenti; esse sono state realizzate con fotocamere analogiche e digitali dopo aver studiato sulle planimetrie i punti ottimali di ripresa.

Una volta caricate sul computer le immagini digitali è stata effettuata una cernita di quelle migliori da poter utilizzare in base alla risoluzione, alla luminosità, al livello di contrasto. Si è iniziata quindi la procedura per il raddrizzamento in scala delle immagini; naturalmente le riprese fotografiche presentano una distorsione prospettica, per cui l’obiettivo di questa operazione è quello di deformare le immagini per ottenerle senza distorsioni prospettiche.

E’ stato utilizzato il software ARCHLine.XP 2005 che, pur nascendo come CAD per la progettazione architettonica e per la modellazione solida, ha al suo interno un modulo rivolto al rilievo ed ai raddrizzamenti digitali. Il procedimento consiste nel caricare una immagine da raddrizzare e definire la trasformazione attraverso la definizione delle linee di fuga direttamente sull’immagine presente sul foglio di lavoro; maggiore è la quantità di distanze orizzontali e verticali inserite, maggiore è l’accuratezza della trasformazione. Si definisce così la porzione della fotografia da raddrizzare e il software restituisce una foto raddrizzata in cui sono annullate le fughe prospettiche; questa immagine, già in scala perché sono state inserite le distanze reali orizzontali e verticali, è la base per la successiva vettorializzazione, operazione paragonabile alla vecchia lucidatura dei disegni, ed effettuata con le primitive bidimensionali proprie di ogni CAD, linee, polilinee, spline, ecc.

Il lavoro è stato di notevole dedizione per l’elevato grado di definizione del risultato finale, per cui sono stati realmente tracciati i contorni di ogni singolo concio costituente il paramento murario scelto per la rappresentazione. Il risultato ottenuto rappresenta una base imprescindibile per infinite future mappe tematiche che si volessero realizzare. Molta attenzione è stata posta alla scelta dei layer grafici in cui sono stati disegnati gli elementi del prospetto, differenziandoli in un certo numero tra cui quelli relativi alle geometrie fondamentali (i contorni), alle tessiture murarie, alla vegetazione, agli elementi moderni (piastre di consolidamento, ecc.), alle quote, alle campiture, e così via, così che in qualsiasi momento, rendendo visibile o invisibile l’uno o l’altro layer, il disegno può trasformarsi in una base pulita per future mappe tematiche (p.es. sul dissesto, sullo stato di conservazione dei materiali, sulle alterazioni cromatiche, ecc.).

Le fotografie sviluppate sono state scansionate ad un alto numero di DPI, in modo da mantenere una risoluzione sufficientemente alta per le successive operazioni. Le riprese con la fotocamera digitale sono state ovviamente realizzate al massimo della risoluzione possibile

Da un conto effettuato con il software utilizzato è risultato che le polilinee disegnate sono circa quattromila.